Gioachino Rossini, ritratti pubblicati in occasione del bicentenario della nascita (1792-1992), raccolta C. Ortolani, Pesaro
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Un anno con Gioachino – Piccole note rossiniane. 3, 2018-1818

Pesaro, 10 giugno 1818. La città è in fermento per l’inaugurazione del Teatro Nuovo, ricostruito quasi completamente e decorato dai migliori artisti dell’epoca. A dirigere lo spettacolo di apertura c’è nientemeno che Gioachino Rossini, già famoso in tutta Italia, che ha preparato per la serata una speciale rappresentazione della sua “Gazza ladra”.
Terzo appuntamento con le “Piccole note rossiniane” che laDirce pubblica anche sull’edizione cartacea de “La Piazza” di Rimini

 

Pesaro, 1818. Con un balzo all’indietro di duecento anni la nostra carrellata sugli anniversari rossiniani in compagnia della Dirce ci proietta nella Pesaro del 1818, per assistere all’inaugurazione del restaurato Teatro Nuovo dove il maestro in persona dirige uno dei suoi più celebri capolavori, La gazza ladra.

Aperto nel 1637 con il nome di Teatro del Sole, dal 1855 dedicato proprio a Gioachino Rossini, il teatro pesarese fu ricostruito quasi interamente tra il 1816 e il 1818. Dell’edificio originario, ricavato dalle scuderie ducali, rimasero l’avancorpo degli atri e il portale bugnato di Filippo Terzi. Il restauro fu affidato all’illustre architetto senigalliese Pietro Ghinelli e per la dotazione scenica si fece ricorso ai migliori professionisti dell’epoca: i faentini Felice Giani e Gaetano Bertolani, autori delle decorazioni dei palchi, gli scenografi milanesi Paolo Landriani e Alessandro Sanquirico, Filippo Ferrari per i meccanismi. Di tanta arte oggi non resta purtroppo nulla, salvo il sipario decorato da Angelo Monticelli, raffigurante il fonte d’Ippocrene in una grotta del monte Elicona, allegoria che rimanda al fertile clima artistico della Pesaro di quegli anni.

Un teatro che aspirava a rivaleggiare con i maggiori d’Italia non poteva che essere inaugurato in grande stile e infatti il conte Giulio Perticari, intellettuale di spicco e tra i principali promotori del rifacimento, volle a Pesaro nientemeno che Gioachino Rossini, appena ventisettenne ma già noto in tutta Italia per il suo genio innovatore. Rossini sceglie La gazza ladra, messa in scena per la prima volta con grande successo al Teatro alla Scala di Milano poco più di un anno prima (31 maggio 1817).

Interessante vedere Rossini all’opera come impresario oltre che come musicista: il maestro è a Pesaro dai primi di giugno e in una lettera indirizzata proprio a Giulio Perticari, del quale è ospite, non nasconde la propria soddisfazione per aver combinato in così poco tempo… una eccellente compagnia, e la più adatta alla musica ed ai caratteri che avranno a rappresentare.

Nota curiosa: il 10 giugno 1818, ancor prima che risuonino le note della celebre Ouverture, Rossini è applaudito per la sua presenza scenica. Quando il compositore comparve al cembalo fu tale l’impressione prodotta dalla sua bellissima figura (era vestito secondo l’elegante costume del gentiluomo del regno italico) che tutti gli spettatori si volsero, ammirando, verso il concittadino già illustre e proruppero in applausi prolungati (G. Radiciotti, Gioachino Rossini: vita documentata, opere ed influenza nell’arte, Tivoli 1927-1928).

In tema di anniversari non va dimenticato che tra il 1817 e il 1818 oltre alla Gazza ladra debuttano altri cinque capolavori rossiniani: La Cenerentola (I rappresentazione Roma, Teatro Valle, 25/1/1817), Armida (Napoli, Teatro San Carlo, 9/11/1817), Adelaide di Borgogna (Roma, Teatro Argentina, 27/12/1817), Mosè in Egitto (Napoli, San Carlo, 5/3/1818), Ricciardo e Zoraide (Napoli, San Carlo, 3/12/1818), cui si aggiunge la farsa Adina, che verrà messa in scena a Lisbona solo nel 1826. Un’attività artistica intensissima e forse logorante, dalla quale Rossini si distaccherà quasi del tutto pochi anni dopo, ritirandosi a Parigi insieme con Olympe Pélissier, che sposerà nel 1846, dopo la morte della prima moglie Isabella Colbran.

Cristina Ortolani

Questo articolo è apparso su “La Piazza” di giugno 2018

Ricercatrice free-lance e content editor, laureata tra parola e immagine al DAMS di Bologna, dal 1996 racconta attraverso libri (oltre venti), mostre e progetti multimediali la memoria delle comunità locali tra Marche e Romagna, con sempre più frequenti incursioni in altri territori. Per il web e la carta stampata si è occupata anche di teatro, costume e lifestyle. È nata nel 1965 a Pesaro, dove vive e lavora.

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