Pesaro, cartolina anni '70 (collezione privata)
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Un anno con Gioachino – Piccole note rossiniane. 1, 2018-1968

Quest’anno Pesaro – la città dove sono nata e dove abito – ricorda con dovizia di appuntamenti il centocinquantesimo anniversario della morte di Gioachino Rossini, avvenuta a Parigi il 13 novembre del 1868. A Pesaro Rossini nacque il 29 febbraio del 1792, anno bisestile, da Giuseppe detto “Vivazza”, suonatore di corno originario di Lugo (RA), e Anna Guidarini, figlia di Domenico, fornaio. Nel 1800 i Rossini si trasferiscono a Bologna, nel 1802 a Lugo e nel 1806 il giovane Gioachino, che già a nove anni si era esibito in pubblico a Fano, entra al Conservatorio di Bologna. Da lì trionfa di successo in successo fino ai primi anni ’30 del’Ottocento, quando si manifestano i primi segni dell’esaurimento nervoso che lo accompagnerà per il resto dei suoi giorni. Da Stendhal a oggi vita e opere di Rossini sono state studiate, narrate, rivedute e corrette: sul sito del Rossini Opera Festival, istituito a Pesaro nel 1980, trovate una cronologia essenziale, dalla quale potete anche farvi un’idea degli anniversari ricorrenti nel 2018.

Proprio seguendo il filo degli anniversari rossiniani ho avviato una collaborazione con La Piazza della provincia“, mensile riminese (con sede a Misano Adriatico) che dal gennaio scorso si affaccia anche su Pesaro. Piccole note rossiniane che fino al 13 novembre pubblicherò, in differita, anche qui sul blog. Spigolature, direbbe “La Settimana Enigmistica”, messe insieme seguendo il filo della curiosità. Al di là di ogni ricorrenza l’occasione, soprattutto per me, di conoscere più a fondo una figura complessa e contemporaneamente di ripensare a un’Italia – molte Italie – differente, come sempre senza troppi rimpianti ma con l’interesse del visitatore che si affaccia su un tempo diverso dal suo.

Prima di continuare, una precisazione importante. Cosa può aggiungere laDirce alle migliaia di pagine riguardanti “il Cigno di Pesaro” che affollano il web? Per non parlare delle pagine di carta, nella cui produzione si sono cimentate – appunto – penne brillanti: Stendhal, Mazzini (sì, proprio Giuseppe), Bacchelli, Gaia Servadio le prime che mi vengono in mente. Non sono un’esperta di musica e non ho mai studiato a fondo la biografia di Rossini: confesso che per il compleanno ho pensato di svicolare limitandomi ad aggiornare un post del 2016, compleanno vero in quanto anno bisestile, la grafica mi sembra ancora simpatica. E allora? E allora si dà il caso che la Cenerentola sia una delle mie opere preferite (non ve l’ho detto che un paio di vite fa ho lavorato come costumista perlopiù in allestimenti d’opera lirica?); che almeno due volte la settimana passo davanti alla casa dove Rossini vide la luce, e che in effetti è bello essere concittadina di un musicista e gourmet di tale calibro. E che mi piace dedicargli uno spazio sul blog, perché probabilmente, da qualche parte, anche le donne di Rossini hanno lasciato un segno sulla Dirce.

Grazie, Gioachino, e spero che il nostro piccolo omaggio non ti sia sgradito.
E naturalmente grazie anche a Giovanni Cioria che ospita laDirce sulle pagine di carta de “La Piazza” 🙂

Volta pagina per la prima delle Piccole note rossiniane, apparsa su “La Piazza” dell’aprile 2018

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Storie di luoghi, persone, sapori: raccolte in cucina, all’osteria o per le strade di cento paesi. Storie di ieri e anche di oggi, raccontate con il cuore. Perché ciò che la memoria custodisce è eterno.

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