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“Ogni cosa è illuminata”: Maria Milena Lombardi, dalla scatola dei ricordi all’iPad

Il 20 marzo segna l’Equinozio di Primavera: da oggi le ore di luce della giornata superano quelle di buio. Il 20 marzo è anche il World Storytelling Day, e laDirce festeggia le storie e memorie che illuminano le nostre giornate raccontando l’incontro con una delle sue “Testimoni” più care, la maestra Maria Milena Lombardi

 

Oggi è il World Storytelling Day, la Giornata mondiale dello storytelling, che ogni anno si celebra nel giorno dell’Equinozio di primavera e si protrae lungo tutta la settimana successiva. Mi sarebbe piaciuto festeggiare organizzando un appuntamento pubblico, ma poi gli impegni si sono accavallati e così mi limiterò a una festa privata (!): stasera mi riguarderò Ogni cosa è illuminata, il film tratto dal romanzo omonimo di Jonathan Safran Foer, due tra gli spunti che più hanno ispirato il mio lavoro sulla memoria, dei quali chi segue su questo blog ha spesso sentito parlare. (Però prometto che per il 2019 mi muoverò con largo anticipo, anzi, segnatevi già Dirce – 20 marzo sul calendario).

Non riesco a organizzare un “evento” ma voglio comunque onorare il World Storytelling Day pubblicando un post, dedicato a una delle “Testimoni” più curiose e vitali che io abbia mai incontrato: Maria Milena Lombardi Curina, maestra elementare che ho conosciuto nel 2010 per la realizzazione di un libro sul lavoro femminile in provincia di Pesaro e Urbino (nella pagina seguente), e rivisto tre anni dopo per un articolo su “Promemoria” quando, alla rispettabile età di 97 anni, stava imparando a usare l’iPad. Soprattutto – diceva – per ritrovare le canzoni e i film della mia giovinezza.
Nata nel 1915, Maria Milena si è spenta nel 2014. Negli armadi del suo appartamento pesarese conservava un gran numero di scatole dove aveva riposto in bell’ordine la memoria famigliare di oltre un secolo. Davanti a quelle pile ben sistemate non ho potuto fare a meno di pensare alla casa di Lista, l’anziana custode della memoria di Trachimbrod, il villaggio dove si conclude il viaggio di Jonathan, protagonista di Ogni cosa è illuminata.

Se non avete ancora visto il film di Liev Schreiber correte subito a recuperarlo, e già che ci siete procuratevi anche una copia del romanzo di Jonathan Safran Foer; nel frattempo da questo link potete rinfrescarvi la memoria su Lista e la sua parete della memoria.

Grazie ancora una volta a Lucia (con Milena nella foto in alto), Anna Maria e Irene, rispettivamente figlie e nipote di Maria Milena, per avermi permesso di riprodurre le immagini di questo post.

Ogni cosa è illuminata
Ogni cosa è illuminata (Warner Independent Pictures, USA 2005)

Maria Milena 2012. Ogni cosa è illuminata

Pesaro, 2012. La ricerca di Jonathan/Jonfen in Ogni cosa è illuminata si compie nella piccola casa tra i girasoli dove vive Lista, diafana custode della memoria di Trachimbrod, lo shtetl raso al suolo dai nazisti. Non siamo in Ucraina (la signora vive a Pesaro), ma le scatole nelle quali Maria Milena Lombardi conserva i ricordi di almeno quattro generazioni di famigliari sono incredibilmente simili a quelle immaginate nel film: un centinaio di contenitori vintage che, tra cassette di liquori, scatole da biancheria e latte di salatini da cocktail anni Sessanta si presentano come una collezione nella collezione.

L’età le ha un po’ appannato la vista e l’udito – è nata nel 1915 – ma non lo sguardo, vivace e attentissimo sia che si sfogli la carta di riviste di moda ottocentesche, sia che le si mostrino gli ultimi numeri di “Promemoria” sullo schermo nitido dell’iPad.

Maria Milena Lombardi, 2012
Pesaro, dicembre 2012. Maria Milena Lombardi in una foto scattata dalla figlia Anna Maria (raccolta Famiglia Curina, Pesaro)

Io e mia sorella Anna Maria glielo abbiamo regalato per lo scorso Natale, e adesso ogni volta che passiamo a trovarla ci presenta la sua “wishlist”, commenta Lucia Curina, figlia di Maria Milena e di Fernando, recentemente [2014] scomparso. Mamma prepara un elenco di film e canzoni da cercare, noi provvediamo a soddisfare le sue richieste, poi guardiamo e ascoltiamo insieme.

Maria Milena, che ha sempre amato cantare, accenna una melodia, puntualmente recuperata da Lucia in un angolo del web. Tango dell’amore e Malafemmena sono due tra le canzoni più ascoltate, tra gli autori cinematografici preferiti spicca Chaplin: Il monello, Il grande dittatore.

Per controllare quando mi viene in mente qualcosa, poi mi piace rivederle, specie quelle più antiche. Con l’aria di chi si trova a ripetere una verità piuttosto ovvia Maria Milena risponde così alla domanda ma perché, per chi ha raccolto tutte queste cose? precisando le tengo da conto, e ogni tanto rimetto tutto a posto. Anche se, aggiunge realisticamente, ogni volta che metto a posto si fa ‘la rivoluzione’.

Mi piace, da conto, a posto/rivoluzione. D’un tratto appare ridondante, quasi superfluo il tentativo di razionalizzare e disciplinare la sedimentazione di lettere, diari, fotografie, temi sui loro fogli a righe, cappelli militari e spalline luccicanti d’ottone e canutiglia e mille altre carte e oggetti, inclusi i biglietti di felicitazioni di nozze conservati dalla zia che non si sposò mai. In fondo, da Pollicino a Schindler’s list (a Sherlock Holmes) perdersi dietro le tracce non significa forse il tentativo di ritrovare qualcosa di sé, prima ancora che di altri?

Ecco perché tra i punti di vista offerti su questo numero di “Promemoria” [e oggi sul blog della Dirce] i “collezionisti”, e tra loro anche Jonfen con la sua parete ricoperta di bustine di cellophane, occupano lo spazio centrale. Ecco perché siamo particolarmente affezionati allo sguardo di chi, mese più, mese meno, ha posato gli occhi su cent’anni di storia.

 

Pesaro, febbraio 2018. Come nota Irene, sicuramente Maria Milena avrebbe molto apprezzato per riascoltare i motivi a lei cari il portale Canzone Italiana. Le dedichiamo Malafemmena, una delle sue canzoni preferite 🙂

 

Nella pagina seguente Maria Milena racconta la sua vita da maestra, da Trieste a Firenze a Pesaro, passando per alcuni paesi sperduti della provincia di Pesaro e Urbino

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Ricercatrice free-lance e content editor, laureata tra parola e immagine al DAMS di Bologna, dal 1996 racconta attraverso libri (oltre venti), mostre e progetti multimediali la memoria delle comunità locali tra Marche e Romagna, con sempre più frequenti incursioni in altri territori. Per il web e la carta stampata si è occupata anche di teatro, costume e lifestyle. È nata nel 1965 a Pesaro, dove vive e lavora.

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