laDirce, Natale in famiglia - Buon Natale 2016!
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Natale con i tuoi

I cappelletti, il torrone, i filmini super8, le pecore del presepe e molto altro: il Natale della Dirce è una festa di ricordi. Con un ospite di riguardo

 

Dal torrone ai super8, passando per i cappelletti, i mandarini e le noci, l’assegnazione dei posti a tavola e le pecore nel presepe: del Natale in famiglia non siamo riusciti a mettere proprio tutto tutto, in questa seconda uscita del foglio di storie e memorie, ma confidiamo che ciascun lettore possa completare il quadro, aggiungendovi il tocco personale dei ricordi più cari.

In rigoroso ordine di apparizione: nel torrone del Bar Gino assaporiamo gli anni Cinquanta-Sessanta di una cittadina di provincia (Pesaro, ma salvo pochi dettagli potremmo essere in cento altre città d’Italia), mentre due classici dei natali d’antan – i filmini e il circo – tornano attualissimi nel documentario dedicato alla famiglia Togni. Il paginone centrale ospita accanto alle rubriche uno zibaldone, dove i cappelletti secondo l’Artusi – e la zia Rina – e l’intramontabile Notte santa di Gozzano aprono la strada a un pot-pourri di biglietti d’auguri e “mi ricordo” alla maniera di Perec, incorniciati da una Dirce in gran spolvero, con tanto di abito portafortuna rosso melagrana e corona di neve sul paese della memoria. Il CAST (Centro Studi Avanzati sul Turismo dell’Università di Bologna – Campus di Rimini) ci rammenta infine che l’esotico, verso il quale tanti volgono lo sguardo nella pausa delle festività invernali, non necessariamente va cercato agli antipodi ma può trovarsi, sorprendentemente, anche “dietro casa”.

Il cuore di questa seconda uscita de “laDirce” è però alle pagine 5 e 6, sulle quali abbiamo l’onore di ospitare uno scritto di Enzo Bianchi. Si tratta di un brano della Lectio magistralis tenuta in occasione del conferimento della laurea honoris causa da parte dell’Università degli Studi di Scienze gastronomiche di Pollenzo, nel quale torna tra i tanti uno dei temi fondamentali dell’attività del priore della Comunità di Bose: il pasto come «rito creatore di senso», l’attenzione al cibo e all’arte del mangiare come momento di profonda comunione con gli uomini e il creato. «La commensalità nutre ed esprime la convivialità» scrive Bianchi, e la tavola di Natale resta forse più di ogni altra la tavola della festa, il luogo privilegiato dello scambio, della condivisione in un clima – almeno per qualche ora, nonostante tutto – di speranza e serenità.

Ecco, come una tavolata natalizia capace di attraversare il tempo e lo spazio, o una grande, magica scatola dei ricordi abbiamo pensato questo numero de “laDirce”. Con l’augurio che ciascuno di noi possa ritrovarci un pezzetto conosciuto, insolito o magari dimenticato del proprio Natale e, come il dickensiano Scrooge, tenerlo con sé tutto l’anno. Buona lettura e Buon Natale,

Cristina Ortolani
e laDirce

laDirce - foglio di storiememorie, n. 2

 

 

 

Ricercatrice free-lance e content editor, laureata tra parola e immagine al DAMS di Bologna, dal 1996 racconta attraverso libri (oltre venti), mostre e progetti multimediali la memoria delle comunità locali tra Marche e Romagna, con sempre più frequenti incursioni in altri territori. Per il web e la carta stampata si è occupata anche di teatro, costume e lifestyle. È nata nel 1965 a Pesaro, dove vive e lavora.

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