
laDirce secondo Costanza: 1/2016 (Educare alla memoria)
In quasi tutti i progetti sulla memoria quotidiana ai quali ho lavorato ho dedicato tempo e spazio al punto di vista dei bambini: visite in archivio, laboratori didattici, mostre; in un’edizione particolarmente ricca di Un paese e cento storie (2012) gli alunni di una scuola primaria hanno persino fatto da miniguide ai viaggiatori ospitati a cena in famiglia, raccontando loro tradizioni e personaggi di Sant’Angelo in Lizzola. Difficilmente dimenticherò l’entusiasmo di un bambino di otto o nove anni di fronte a un registro del XVIII secolo sul quale aveva trovato il nome della sua famiglia, e la tenerissima poesia che al termine di uno di questi progetti una classe ha voluto dedicarmi.
Sin dal primo numero anche il Dircefoglio riserva uno spazio alla memoria secondo i piccoli, affidato a mia nipote Costanza, nata nel 2009. Per Costanza laDirce è sempre stata una presenza familiare e un bel giorno del 2015 (aveva 6 anni) mi ha portato un suo meraviglioso ritratto, perfetto in ogni dettaglio 🙂
Crescendo si è appropriata del ruolo di mascotte e, da un paio d’anni, di assistente della Dirce. Alle presentazioni distribuisce la rivista e partecipa con attenzione; quando vedo che comincia a scalpitare capisco che è ora di tagliare le chiacchiere e lasciare spazio al brindisi o al ciambellone.
Quando cominciamo a lavorare a un nuovo numero anche Costanza riceve indicazioni sul tema prescelto e decide se rappresentarlo con un disegno o un pensiero; in diverse occasioni ha coinvolto la sua amica Melli (Melissa), consegnandomi un lavoro a quattro mani.
Che si parli di grandi avvenimenti della storia, di arte o di più minute memorie di casa, come non mai concordiamo sulla necessità di custodire il passato, forse perché cominciamo ad avere un’idea di quanto le nostre tracce siano labili da una quindicina d’anni a questa parte (non è necessariamente un male ma occorre esserne coscienti).
Come tutti quelli della sua generazione Costanza a tre anni già ‘scrollava’ il display dello smartphone senza che nessuno glielo avesse insegnato e mi chiedo talvolta cosa le resterà di tutto questo darsi da fare intorno alla memoria: spero almeno un po’ di divertimento per aver visto i suoi disegni stampati su un giornale di carta. Ma mi piace pensare che da grande possa ritrovare con un sorriso queste briciole del suo passato e come in una fiaba – o in quella scatola dei ricordi vecchia di oltre cent’anni – trovarci un imprevisto frammento di sé.
(E comunque se non l’avete ancora visto guardatevi Coco: racconta molto meglio di mille parole il valore del ricordo e delle vecchie fotografie)

Costanza Vannini Ortolani. 9 anni (sono brava a disegnare). Ho studiato danza, kung fu, nuoto e ora pallavolo. Il mio animale preferito è la scimmia. Le mie amiche migliori sono: Gaia, Camilla, Zoe, Aurora, Melissa, Noemi, Anita, Giulia e Virginia. Il mio colore preferito è il viola.

