
Il signore dei lidi. Una conversazione con Ferruccio Farina
Francesca da Rimini
Archiviata l’esperienza di Balnea Farina si dedica oggi a un’altra, antica passione, mai abbandonata: il mito di Francesca da Rimini. Nella sua ricca biblioteca si contano tra l’altro più di 600 edizioni della tragedia, dalla prima del 1795, scritta dal giacobino Francesco Gianni alle stampe clandestine dell’opera di Silvio Pellico, fino alla raffinata versione dannunziana del 1902, illustrata da Adolfo De Carolis, con tanto di dedica autografa del vate a una delle sue innumerevoli conquiste. Farina è anche tra i fondatori del Centro internazionale di studi Francesca da Rimini, nato a Los Angeles nel corso di un convegno dantesco. Da Dante ai Malatesti il passo è breve: nel gennaio 2018 tornerò a Los Angeles, al Getty Center per il compleanno di Sigismondo. Sigismondo è Sigismondo Pandolfo Malatesta (1417-1468), condottiero, mecenate, dal 1429 signore di Rimini, del quale si ricordano tra 2017 e 2018 due significativi anniversari, il 600° dalla nascita e il 550° dalla morte. Dal 2006 le conferenze di Farina, che dalle vicende di Francesca da Rimini spaziano tra storia medioevale e modernità attraverso arte, cinema e letteratura, rappresentano un appuntamento fisso per gli studenti del corso di Italiano dell’università californiana.

Non male per il ragazzino che a sedici anni si immergeva tra gli scaffali della Biblioteca Apostolica Vaticana per conto del suo grande maestro Franco Bartolotti, medico e numismatico riminese, allora impegnato nella stesura di un caposaldo del collezionismo, La medaglia annuale dei romani pontefici: da Paolo V a Paolo VI, 1605 – 1967.
Sembra di vederlo, quel ragazzino che esce dall’atelier della madre, sarta di grido nella Rimini degli anni Sessanta, per suonare spavaldo e intimorito al campanello di Bartolotti, in piazza Tre Martiri, sulle tracce di monete e medaglie. Molte soddisfazioni, qualche arrabbiatura, pochi rimpianti. Quel che è certo è che in questo percorso mi sono divertito moltissimo, mi saluta col sorriso di chi la sa lunga.

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