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Il signore dei lidi. Una conversazione con Ferruccio Farina

Lo spazio dedicato ai custodi della memoria ospita sul Dircefoglio n. 4 Ferruccio Farina, collezionista, studioso, creatore di Balnea.net, “museo virtuale per i bagni di mare” attivo dal 1997 al 2015

 

Rimini, 23 maggio 2017. Collezionista, studioso, giornalista, professore a contratto presso l’Università di Urbino, docente del Center for Medieval and Renaissance Studies – UCLA University of California, fondatore della rivista di studi “Romagna Arte e Storia”: il riminese Ferruccio Farina è anche uno dei più competenti storici della comunicazione visiva e del turismo balneare tra l’Adriatico e il resto d’Europa. (Chissà cosa penserà di questa apertura. Saggia la tempra dell’interlocutore presentandosi come “antipatico” – di solito è un vezzo delle persone selettive – per confermarsi, nel corso di una chiacchierata lunga più di due ore, conversatore affabile ed eclettico).

Balnea.net, 1997-2015

Lo spunto per il nostro incontro è la decisione assunta da Farina nel 2015, dopo diciotto anni di brillante presenza sul web (qualche numero in fondo all’articolo), di sospendere l’attività di una delle sue creature più note, il sito Balnea.net, primo e unico Museo virtuale dei bagni di mare e del Turismo Balneare©. Scelta “ponderata” (leggi “sofferta”), scrive nell’homepage tuttora raggiungibile, determinata dalla volontà di uscire di scena prima che il prestigio e la buona fama del Museo potessero essere intaccati da una ineludibile obsolescenza tecnica. Troppo impegnativo, infatti, in termini di risorse economiche e umane, il lavoro di ristrutturazione necessario a restare al passo con lo sviluppo frenetico del web. Per capire di cosa stiamo parlando: nel giugno 1997, quando giusto venti anni fa Balnea.net si presenta al pubblico, Google non esiste ancora (sarà lanciato di lì a poco, nel mese di settembre, dopo circa 6 anni dalla pubblicazione del primo sito web per opera di Tim Berners-Lee presso il CERN); Internet Explorer è appena comparso nei pc di Microsoft mentre Arianna (ve lo ricordate?), il primo motore di ricerca italiano, è attivo solo da un anno.

Rimini manifesto turistico 1928 (collezione F.Farina)
Il grande menu, Rimini, 1928 (Anonimo, litografia; stampa Officine Cesare Costa, Milano, cm. 100 x 140 – collezione F. Farina, da Balnea.net)

È stato un dolore grande, mi creda, ma so di aver fatto la scelta giusta. Farina entra subito in argomento, con la franchezza che si attribuisce ai romagnoli purosangue. So, anche per i tanti riscontri e le collaborazioni avviate negli anni, di aver svolto un buon lavoro, insieme con gli esperti e gli enti che hanno contribuito alla realizzazione del sito (Regione Emilia Romagna e Comune di Rimini, che garantivano il sostegno per la parte tecnica, e il Centro studi Paolo Mantegazza). Con i miei studi e le mie pubblicazioni credo di aver connesso il funzionamento della macchina “turismo balneare” del passato alle sue potenzialità – enormi – future, ma adesso tocca a qualcun altro. Tra i pochi a occuparsi dell’argomento quando bagni di mare e annessi erano visti dagli storici ‘patentati’ come una diminutio, Farina rivendica orgogliosamente di essere autodidatta. Non ho una formazione classica, e allo studio ho dedicato il tempo libero – e non poche notti. Forse proprio la sua formazione composita gli ha consentito di avvicinarsi con originalità a un tema la cui rilevanza travalica i confini del costume per arrivare all’economia (non per niente ho sempre lavorato in banca, commenta), sulla scia di certa storiografia francese. Sono un collezionista, se non tocco non capisco. Sintesi rudimentale – un’altra piccola civetteria – portatrice di una profonda verità. Balnea nacque dalla mia collezione di materiali sul turismo balneare e dalle ricerche che portavo avanti sin dalla fine degli anni Settanta. Prima Rimini e la Romagna, poi, perché il contesto è fondamentale, la riviera adriatica e infine l’Europa, mentre Alain Corbin pubblicava in Francia il saggio Le Territoir du vide (1988), che nel 1990 uscirà in Italia presso Marsilio con il titolo L’invenzione del mare: l’Occidente e il fascino della spiaggia, 1750-1840. Nell’estate 1989 un estratto del lavoro di Corbin apparve sul catalogo della mostra Lido e lidi. Società, moda, architettura e cultura balneare tra passato e futuro, curata da Giorgio Triani e allestita al Casinò Municipale del Lido di Venezia; a poche pagine di distanza Farina scriveva di Colore di mare: immagine e propaganda balneare del Lido di Venezia e della Riviera di Romagna.

Balnea avrebbe dovuto essere strumento di un Club delle città balneari storiche d’Europa, prosegue, destinazioni accomunate da un passato glorioso ma anche dalla necessità di ripensare la propria vocazione turistica. Per l’Italia oltre a Rimini c’erano Venezia e Viareggio, Brighton e Blackpool in Inghilterra e poi Scheveningen, Ostenda, Cannes, San Sebastian. Un progetto ambizioso, per il quale con alcuni collaboratori incontrammo anche la Commissione Europea. Ambizioso forse, senz’altro lungimirante. Non se ne fece niente, per la prevedibile difficoltà di mettere d’accordo tutti.

La conversazione con Ferruccio Farina continua a pagina 2

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Ricercatrice free-lance e content editor, laureata tra parola e immagine al DAMS di Bologna, dal 1996 racconta attraverso libri (oltre venti), mostre e progetti multimediali la memoria delle comunità locali tra Marche e Romagna, con sempre più frequenti incursioni in altri territori. Per il web e la carta stampata si è occupata anche di teatro, costume e lifestyle. È nata nel 1965 a Pesaro, dove vive e lavora.

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