
Enzo Bianchi: che cosa significa mangiare insieme
Tra le voci che hanno ispirato Un paese e cento storie c’è senz’altro quella di Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose. Ecco uno dei suoi tanti articoli dedicati alla condivisione del cibo e della tavola, da “La Repubblica” del 20 dicembre 2012.
Convivialità a tavola significa spazio, tessuto, mosaico di parole scambiate e di immagini create, racconti che seducono. Lì tutti sono uguali, con le stesse possibilità di prendere cibo e di intervenire con la parola: bambini e vecchi, uomini e donne, invitanti e invitati. L’uno parla, l’altro ascolta mentre si mangia: parole che si intrecciamo fino a spegnere ogni diffidenza. E qui occorre l’arte di chi presiede la tavola: l’arte del favorire l’esprimersi di tutti, del disinnescare i rapporti di forza, del contenere con delicatezza i chiacchieroni, dello stimolare i più timidi; l’arte di creare quel clima festoso in cui possono spegnersi i ricordi non buoni, gli antichi contrasti, i rancori taciuti. Come nel pranzo di Babette. Così si scoprono gli altri e li si conosce di più… La convivialità è terreno fertile per esercitarsi in rapporti affettivi che diano gusto alla vita, che ci rallegrino nella faticosa quotidianità che appesantisce tanti nostri giorni…
